Il Diversity Brand Summit conferma che l’inclusione fa crescere le aziende #DIVERSITYWINS

Riassumendo i dati che sono emersi dal Diversity Brand Summit, primo evento europeo che mette in relazione diversity e brand. Svoltosi a Milano, il Diversity Brand Summit conferma che le aziende che hanno politiche forti legate ai temi della diversità vedono un aumento dei ricavi fino al 16,7%.

Diversity&Inclusion, dunque, si rivelano una risorsa preziosa per il benessere interno, ma anche dal punto di vista dei consumatori che acquistano maggiormente dalle società che sentono come maggiormente inclusive.

Il summit è stato ideato da Diversity, associazione no profit impegnata nella promozione di politiche di diversity, e da Focus Management, società di consulenza strategica esperta sui temi del trust e del brand.

Il Diversity Brand Summit è sostenuto dalla Commissione Europea e patrocinato dal Comune di Milano e dall’Ambasciata del Canada in Italia, con il sostegno del Comitato Interministeriale per i diritti umani e la sponsorship di Assocom, Valore D, FCB Milan e Good Move.

Precisa Francesca Vecchioni, Presidente di Diversity:

L’inclusione è un percorso culturale: le aziende hanno una responsabilità sociale in questo ambito. La D&I è capace di far convivere etica e business in maniera armonica, abbattendo discriminazione e generando valore per le aziende. Attraverso il Summit vogliamo sensibilizzare il mondo dell’impresa su questo tema, mettendo in evidenza i progressi già fatti da alcune aziende e illustrando quanto ancora si può fare in termini di inclusione. Un segnale importante arriva anche dalle Nazioni Unite, con la promozione degli “Standards of Conduct for business” contro le discriminazioni per le persone LGBTI; un messaggio forte che le aziende italiane devono recepire e attuare per poter crescere.

Durante il summit è stato presentato il Diversity Brand Index, frutto di una ricerca supervisionata da un Comitato Scientifico, presieduto da Sandro Castaldo, Professore di Marketing presso l’Università Bocconi di Milano. Si tratta del primo “indicatore” della capacità dei brand di essere percepiti come inclusivi e di lavorare fattivamente per sviluppare una cultura orientata alla D&I.

Dai dati esposti, risulta chiaro che, nello scenario attuale, l’80% degli italiani preferisce i prodotti e servizi di aziende che praticano l’inclusione – sia essa in termini di orientamento sessuale, religione, etnia, età, genere, disabilità e status socio-economico – e sa comunicarla al pubblico con mezzi e supporti adeguati.

Ma l’influenza che il brand inclusivo ha sugli acquisti non si ferma qui, perché i consumatori consigliano ad altri ciò che comprano personalmente: la propensione a suggerire un brand inclusivo tramite il passaparola aumenta sino al 70,8% contrapponendosi al -43% dei brand non inclusivi.

Dichiara, Sandro Castaldo, Presidente del Comitato Scientifico del Diversity Brand Summit:

La D&I attiva un percorso virtuoso per i brand, generando fiducia, fedeltà e passaparola positivo. L’impegno delle aziende è percepito e valutato da consumatrici e consumatori, che scelgono i marchi da acquistare con crescente consapevolezza. Un brand inclusivo incontra la sensibilità e le preferenze del mercato finale, registrando un impatto concreto nelle performance di business. È infatti dimostrato il forte link tra il Net Promoter Score e la crescita dei ricavi aziendali.

Quali sono i settori percepiti come più inclusivi? Eccoli:

  1. largo consumo (Akuel, Barilla, Coca-Cola, Dash, Dove, Durex, Herbalife, Lierac, Nutella, P&G, Ringo Pavesi);
  2. retail (Amazon, Coop, Ebay, H&M, Ikea, Lidl, Piazza Italia, Oviesse, United Colors of Benetton) e, a pari merito apparel&luxury good (Adidas, Calvin Klein, Desigual, Diesel, Dolce&Gabbana, Liu Jo, Nike, Tod’s, Versace;
  3. consumer service (Airbnb, American Express e Poste Italiane) e information technology (Facebook, Google, Microsoft);
  4. IT e media (Apple e Samsung e Media Rai e Sky);
  5. Telco (Vodafone e TIM) e utilities (Eni, Enel).

Seguendo i criteri determinati dal Diversity Brand Index, è stata eletta l’azienda maggiormente inclusiva per il mercato assoluto. Nel 2018, Coca-Cola si è aggiudicata il Diversity Brand Award 2018 per l’impegno costante rivolto alle politiche di diversity&inclusion ed alla capacità di comunicarle al mercato finale.

Seguono, American Express, Google, TIM e Vodafone, che completano la top 5 delle aziende più inclusive.

Molte sono le aziende coinvolte nell’evento che hanno portato la propria testimonianza: dalle politiche di inclusione di VIA Rail Canada, alle esperienze di manager di American Express, Amazon, Avanade, Crédit Agricole, Diesel, Fico Eataly World, Google, Henkel, Lierac, Vodafone, fino alla partnership siglata tra F.I.S.H. e Airbnb Italia, una best practice per il settore ricettivo che rende l’hospitality accessibile a tutti, nel rispetto delle diversità.

#DIVERSITYWINS è la campagna firmata per Diversity da FCB Milan, prodotta da Think Cattleya e pianificata da Good Move online, che raccoglie le storie delle persone che mostrano come la diversità sia una ricchezza in azienda.

Anche per #labiografadelweb, #DIVERSITYWINS!

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