Un falò, un maiale e Sant’Antonio Abate
Scavando nel passato, possiamo risalire alle origine pagane della maggior parte delle feste cristiane. Infatti, nella grande maggioranza dei casi, il Cristianesimo mantenne le date pagane, sostituendo ai riti in uso, celebrazioni in onore dei propri Santi.
Le feste rubate
Ad esempio, Pasqua fu rubata ad Astaroth, conosciuta in origine come Ashtar (da cui Easter, in inglese) in cui si celebrava la rinascita della terra attraverso la primavera. Trattandosi della dea della fertilità, essa è stata abbinata a uova e conigli, mentre l’Agnello di Dio viene copiato dal segno zodiacale dell’Ariete.
Invece, nel periodo tra il 16 e il 20 gennaio di ogni anno, un tempo si celebrava Lug (da cui deriva anche il nome della città di Lugano), dio della luce e divinità protettrice anche di animali come il cinghiale ed il maiale. Grandi fuochi venivano accesi durante questo periodo per onorare la più importante divinità del cielo celtico.
Il Cristianesimo ha rimpiazzato Lug con Sant’Antonio Abate, protettore degli animali domestici, ecco perché è soprannominato Sant’Antoni del purscell.
Secondo il calendario gregoriano, il giorno preciso riservato a Sant’Antonio, è il 17 gennaio. Ma le celebrazioni iniziano già il 16 con la preparazione del grande falò e si protraggono per qualche giorno con la benedizione degli animali nelle cascine.
Per esempio, uno dei fuochi più belli è quello che verrà acceso il 20 gennaio 2018 alla Cascina Biblioteca in via Casoria 50 a Milano. Alle 20:00 è prevista la tradizionale benedizione degli animali, mentre alle 20.30 potrete scaldarvi intorno al fuoco.
Cascina Biblioteca costituisce davvero un contesto ideale per questa antica festa perché da anni lavora sul territorio e per il territorio. Formalmente è stata fondata nel 2013, ma nella realtà opera a favore di persone con disabilità e fragilità diverse da più di 15 anni, in quanto nasce dalla fusione di due storiche cooperative milanesi: Viridalia e Il Fontanile. All’attività primaria di supporto, Cascina Biblioteca ha aggiunto anche interessanti servizi alle famiglie – ad esempio le tagesmutter, e al territorio – ad esempio la cura del verde interno ed esterno fornendo una possibilità di lavoro a chi è in difficoltà.
Ma chi era Sant’Antonio Abate?
Un grande uomo, secondo i più, che ispirò il monachesimo occidentale e noto per le sue lotte contro i demoni. Detto anche padre dei monaci, Antonio Abate nacque nei pressi di Eraclopoli, nel Medio Egitto intorno al 251 d.C., e visse una vita semplice dedicandosi al proprio orto.
Sant’Antonio Abate è protettore del bestiame, ed in particolare viene associato al maiale in quanto in tale animale si incarna il diavolo. La benedizione imposta agli animali, di solito sul sagrato delle chiese, e l’accensione del falò mirano a “purificare” il terreno da presenze improprie, nonché da erbe grame e sterpaglie.
E’ un modo, forse, per far spazio alla primavera che deve venire perché liberando dalle erbacce si fa spazio per la semina e la crescita del nuovo raccolto.
Detto questo, essendo Sant’Antonio Abate capace di dominare fiamme e demoni, pare che sia anche in grado di curare il famigerato “fuoco di Sant’Antonio”, una forma di herpes dolorosissima che non auguro a nessuno!
Se ci fate caso, le immagini ritraggono sempre Sant’Antonio Abate con in braccio un maialino munito di una campanella. La leggenda narra che il porcellino abbia aiutato il santo a rubare il fuoco dell’inferno per donarlo a chi moriva di freddo. Nella realtà, pare invece che i canonici di Sant’Antonio Abate si fossero guadagnati la possibilità di allevare maiali nei centri abitati in quanto il grasso di questi animali aiutava nella cura delle piaghe del suddetto “fuoco di Sant’Antonio.”
Tra finzione e verità, l’accensione del falò rimane una delle azioni più antiche che l’uomo abbia mai compiuto. E’ bello pensare di raggrupparsi intorno al fuoco, riparandosi dal freddo e festeggiare il prossimo debutto della primavera.
#labiografadelweb vi augura di scaldarvi al calore del bel fuoco di Sant’Antonio Abate!
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