Hikikomori: identikit di un eremita post-moderno
Io ho tre figli. Uno di questi ha 14 anni, ma è sempre più spesso…lost in the web.
E’ indubbio che io, come molti di coloro che leggeranno, mi sento persa quando si tratta di approcciare i figli in area preadolescenza o adolescenza. Soprattutto quando si parla di tecnologia.
Telefonino? No, grazie!
Appartengo, infatti, ancora all’epoca del “giro della casa” e dei pomeriggi passati a giocare a guardia e ladri o ai quattro cantoni. Un’epoca in cui il ghiacciolo costava poche lire perché sapevamo tutti che, in fondo, non era altro che acqua, zucchero e qualche tossico colorante.
E poi le riconosci subito le persone coraggiose: escono di casa senza il caricabatterie.
(anonimo)
Ci si chiamava tra amici con il grosso telefono appeso alla parete, il cui costo era spesso condiviso con il vicino di sotto.
Ci incontravamo ai giardinetti del quartiere o a scuola e le dichiarazioni d’amore si facevano di persona, guardandosi in faccia e prendendosi per mano.
L’amicizia era un mischiarsi di muco e sangue, ginocchia sbucciate e lacrime condivise. Sapevamo leggere le smorfie sul viso altrui per decifrarne i messaggi più intimi e rilevare i cambiamenti d’umore.
Indubbiamente, c’erano i delinquenti e i matti; c’erano persone che vivevano per strada e che noi, senza tante cerimonia e forse con un po’ di viltà, chiamavamo “barboni”. E poi c’erano quelli che partivano per paesi sconosciuti, estraniandosi da tutto ciò che avevano conosciuto fino a quel momento, alla ricerca del senso profondo della vita che, chissà perché, in patria non riuscivano a trovare.
Hikikomori, identikit di un’eremita post-moderno
Oggi, invece, nel mondo dell’iper connettività, ci sono gli Hikikomori, fenomeno nato in Giappone negli anni ’80, che va diffondendosi nel resto del mondo.
Gli Hikikomori sono eremiti post-moderni, che si ribellano alla cultura tradizionale e all’intero apparato sociale. Si tratta di giovani che rifuggono qualunque contatto con l’esterno – inclusi parenti ed amici, rinchiudendosi in casa per periodi di tempo prolungati, di solito superiori ai 6 mesi.
Vale la pena sottolineare che gli Hikikomori cominciano a manifestare i primi segni di disagio, di difficoltà di inserimento ed integrazione fin dalle scuole medie. Sono giovani per così dire “non conformi” rispetto alle aspettative della società odierna. Se già non ne sono affetti, nel tempo sviluppano fobie e paranoie di varia natura che li portano a non abbandonare mai il proprio luogo sicuro.
Il chiodo che sporge va preso a martellate.
(massima giapponese)
Quello che è interessante notare è che gli Hikikomori hanno assunto caratteristiche del tutto nuove nell’era dell’iper connettività. A differenza degli Hikikomori di prima generazione che trovavano nei libri, specie manga e anime, la consolazione alla propria solitudine, quelli post-moderni plasmano una non-vita sulla realtà virtuale.
La solitudine è una costante, ma l’isolamento, inteso come assenza di rapporti sociali, viene meno: il web offre amicizie stimolanti, incontri interessanti e rapporti di più facile gestione perché lo schermo aiuta a perdere la timidezza.
Da solo con uno smartphone non sei mai veramente solo. In compagnia con uno smartphone non sei mai veramente in compagnia.
(anonimo)
Riportando l’argomento alla vita di tutti i giorni, mi rendo conto che, anche nei casi in cui non si possa parlare di Hikikomori, gli adolescenti – spiaggiati sul tappeto della propria camera da letto – scelgono spesso una vita di zapping, assistendo alle esistenza dello youtuber di turno.
Uno schermo piatto ed una tastiera, però, non hanno il calore di un sorriso o di una stretta di mano, né la pienezza del primo bacio. Riportiamo i nostri ragazzi alla realtà, insegnando loro, innanzitutto con l’esempio, ad usare della tecnologia come strumento e non come sostituto della vita vera.
A proposito di questo tema, segnalo l’interessante evento, promosso da RugBio, Gli Hikikomori. Il fenomeno del rifiuto sociale negli adolescenti che avrà luogo venerdì 24 novembre dalle 20:00 alle 22:00 a Cusago (MI), presso il Centro Sportivo Cusago Rugbiolandia.
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