Cresciuta a pane e libri, ex Robocop dell’editoria si racconta

A Milano vivo, lavoro e mi sono fatta una famiglia. A Milano mi diverto e lotto per un futuro migliore.

Resilienza: capacità di un sistema di adattarsi al cambiamento.

(Wikipedia)

A volte le strade portano a Milano

Mi chiamo Valentina e sono nata a Forlì nel 1968. La mia professione è quella di giornalista pubblicista e, oggi, sono responsabile eventi presso SEM, Società Editrice Milanese.

A SEM sono arrivata tramite un mio ex direttore editoriale che mi aveva segnalato questa nuova, piccola realtà che apriva i battenti in un panorama che conta oltre 4500 case editrici. Folli o coraggiosi? Forse un po’ tutte e due le cose.

Quello che è certo è che la quantità di lavoro è direttamente proporzionale al divertimento. E io non mi sono mai divertita tanto in vita mia!

Il mio cuore batte per la scrittura e per la lettura. A parte il momento in cui, da piccola, sognavo di fare l’astronauta, per il resto, i libri costituiscono da sempre il mio motore.

Sicuramente, era parecchio tempo che non mi sentivo così bene, almeno dal punto di vista lavorativo. Infatti, dopo 25 anni nel settore passati tra stage, contratti di collaborazione e la salutare gavetta in Mondadori – che mi ha regalato tanto e a cui sono molto grata – non riuscivo più a dare qualità al lavoro: gestivo 1000 eventi l’anno e 20 titoli alla settimana tra hardcover e tascabili.

Una figata, direte voi.

Ebbene, no. Perfetta Robocop dell’editoria, non imparavo più ed ero ormai estranea a me stessa. Ed è a questo punto che mi sono sorpresa a non ricordarmi più l’ultima volta che avevo veramente gustato una presentazione.

In quel momento, la mia testa ha fatto click. E ho cambiato città.

Per una paio di anni mi sono lasciata incantare da Roma. Poi è arrivato Andrea, piccolo bipede irrequieto, nonché amore della nostra vita, e sono tornata a Milano, unica città che possa farsi interprete dell’Europa.

E disse il sindaco in campagna elettorale: Milano è la città più europea del mondo. Neanche New York è così europea come Milano.

(Claudio Bisio)

Un passo indietro…

Milano esercita su di me una vera attrazione. Ha il magnetismo delle grandi personalità a me care, da Giangiacomo Feltrinelli ad Arnoldo Mondadori, da Valentino Bompiani a Egidio Rusconi fino ad Angelo Rizzoli.

E come avrebbe potuto essere altrimenti? Alla fine dell’Erasmus, con in tasca una laurea in Ispanoamericano e una tesi sullo scrittore cileno Antonio Skarmeta – autore del libro da cui è tratto Il postino di Neruda, interpretato dall’immenso Massimo Troisi – ho deciso che Milano, città di grandi editori, doveva essere anche la mia.

E appena arrivata, sono andata in pellegrinaggio a Segrate, al traliccio che fu fatale a Feltrinelli.

Home sweet home! Milano è una città molto generosa con chi ha voglia di fare ed è rispettoso dei limiti: dá tanto, ma pretende anche tanto perché dalla metropoli milanese passa tutto ciò che di interessante succede in Italia.

Sei buddista? C’è un tempio per te. Hai la passione per le due ruote? Non hai che l’imbarazzo della scelta. Hai sempre il naso all’insù? Puoi trovare case, terrazze e balconi da sogno dentro un mercato immobiliare in continua espansione. Sei uno start upper? No problem, benvenuto nell’Italia 2.0. O forse sei qui per studiare? Devi solo scegliere tra 20 università diverse e, se ti senti poco bene, qui trovi i migliori istituti clinici.

Se sei un outsider, l’universo parallelo dei centri sociali ti coinvolgerà e sconvolgerà;  se sei uno Stonewall in salsa meneghina, qui puoi vivere in pace. Arrivi da lontano, logoro e vestito di stracci? Milano saprà farti da madre.

Ma se il tuo obiettivo è di fare il furbo, allora Milano si trasformerà nella peggiore delle matrigne: vivacchierai per un po’, ma – alla fine – sarai espulso dalla parte buona di questa città.

I love Milan: i miei luoghi dell’anima

Nel caso non l’aveste ancora capito, io amo Milano. Di questa città apprezzo l’etica calvinista, la generosità della gente, il fatto che non importa da dove tu venga, chi sei stato e cosa hai fatto, ma solo chi sei ora e chi vorrai essere domani, dentro una comunità che sa valorizzare il tuo talento, ma anche essere crudele se tenti di gabbarla.

Di Milano adoro anche le librerie, ma sto cercando di smettere perché acquisto libri in modo compulsivo, ma non ho più il tempo di leggerli. E che dire delle biblioteche che sono, come le definiva Marguerite Yourcenar, veri “granai del sapere”?

Per quanto concerne i locali, ho una passione per le birrerie, come quella artigianale del BrewPub del Birrificio Lambrate in via Adelchi 5, oppure trattorie vecchia Milano come Da Abele, in via Temperanza 5, che ti mette a posto con un risotto e un buon rosso.

Vero è che sono una buongustaia e non mi limito alla cucina locale o tradizionale, ma spazio.

Sushi e cucina cinese li mangio da Mao Hunan in via Porpora 5: assaggiate i fagottini di melanzane, sono da urlo! Se volete fare colpo, vi consiglio di fare un giro da Ile in cucina in via Guicciardini 5. Se, invece, capitano ospiti drogati di eco-gastro sostenibilità, allora non rimane che infilarsi da NaBi, in via Cadore 41, dove potrete trovare frullati e cibo vegan friendly.

Essendomi ormai trasformata in una milanese a tutti gli effetti, cerco locali che offrano cibo gradevole al palato ed alla vista, una carta dei vini all’altezza e molta velocità: se passano più di dieci minuti senza che qualcuno mi serva, depenno il locale dalla lista dei papabili.

Corsa, circoli politici e nebbia

Dal cibo alla corsa, tutto è utile per mantenersi in forma. Corro perché mi piace ed ho apprezzato, in particolare, la DjTen e la Polimirun.

Ma il posto dove davvero mi sento “fuori dal mondo” è il mio Circolo del Partito Democratico, in corso Garibaldi, il più antico della città. Qui il tempo scorre diversamente: i racconti dei compagni del PCI si mescolano con i dibattiti dei problemi attuali. Qui, con passione e tanti errori, trovo la misura di quello che è il mio posto nel mondo: essere felici e fare felici coloro che amiamo, con la letteratura che salva l’anima e con la politica che migliora la realtà.

E quando fuori piove e tira vento, il piccolo teatro a cui sono abbonata mi aiuta a sconfiggere la solitudine ed a riprendermi dalle disfatte che inevitabilmente subiamo. Qui ho visto l’Odissea in greco moderno con sottotitoli, Arlecchino, uno Slava Snowshow – clown molto poetico, senza dimenticare la Compagnia Carlo Colla con le sue marionette. Un posto magico.

Torniamo all’antico e sarà un progresso.

(Giuseppe Verdi)

Un passo avanti…

Il mio mondo sono i libri e nel mio futuro vedo libri e ancora libri. Belli e di qualità, senza che siano per forza alta letteratura.

E in questa Milano che, come dice lo scrittore Sandrone Dazieri, non è una città per dilettanti, ogni mattina ci si alza, ci si mette elmetto ed armatura e si porta la propria mollichina. I milanesi, come i niuiorchesi, danno il massimo e altrettanto pretendono.

Fra le tue pietre e le tue nebbie faccio
villeggiatura. Mi riposo in Piazza
del Duomo. Invece di stelle
ogni sera si accendono parole.
Nulla riposa della vita come
la vita.

(Umberto Saba)

E non dimenticate i giovedì di SEM, serate di lettura e presentazione di autori sempre interessanti. E, poi, BookCity! Io ci sarò, e voi?

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