MilanoAttraverso è una rete di luoghi e persone che trasforma la città

Da piccolo avrei voluto fare l’astronauta. O forse l’alpinista. Ma credo che non avrei escluso neanche il mestiere del postino “perché va in bicicletta e conosce tanta gente”.  Avevo molti sogni, certo, ma una sola vera “vocazione” che, oggi me ne accorgo, ha unito in sé il desiderio di scoperta e la passione di condividere la conoscenza, in un dialogo sempre aperto con le genti del presente e del passato. 

Nonostante il richiamo forte della mia vocazione, però, una cosa non ho mai saputo fare: seguire una sola strada senza deviare mai, perché la curiosità e la distrazione sono state sempre parte vitale del mio percorso.

Milano, dove tutto è cominciato…

Mi chiamo Marco Bascapè e sono nato a Milano, da genitori nati e sempre vissuti in questa città. Nono posso dire, dunque, che Milano sia stata una vera scelta ed anzi, in un certo periodo, ho addirittura ipotizzato di poter vivere una vita felice lontana dalla metropoli milanese: Roma, Barcellona, poi San Francisco o Londra…

Marco Bascapè ritratto da Pietro Di Girolamo

Ma alla fine, Milano è diventata la città dove ho deciso di “continuare a crescere” sia personalmente che professionalmente. D’altronde, si è rivelata una città bellissima in cui vivere, nonostante il caos, la frenesia (a cui io oppongo una mia certa lentezza) e l’inquinamento acustico.

Nella mia professione, si svela la bellezza di una Milano più antica

Ma parliamo della mia professione. Quella che ho chiamato la mia “vocazione” è iniziata con mio nonno Giacomo che era archivista all’Ospedale Maggiore – la Ca’ Granda dei milanesi – e mi ha trasmesso la sua passione vitale per le storie del passato, per la bellezza dei documenti antichi, le miniature, i sigilli, e per il fascino di palazzi, ville, castelli e giardini lombardi…

Sono un archivista da sempre e, dal 1998, sono responsabile di tutti i beni culturali di un antico ente assistenziale milanese, oggi Azienda di Servizi alla Persona Golgi-Redaelli, oggi protagonista d’eccellenza in campo geriatrico, ma anche erede della storia e delle memorie di quaranta Luoghi Pii Elemosinieri sorti in città fra l’inizio del ‘300 e la metà del ‘700.

Cuore di queste memorie è il Palazzo Archinto di Via Olmetto, il primo edificio affrescato dal Tiepolo a Milano (ciclo ahimè quasi interamente perduto a seguito dei bombardamenti del 1943), con un doppio cortile ombreggiato dalla pianta di glicine più antica della città

Dire che sono archivista, quindi, è vero, ma non è tutto. Nel mio lavoro, iniziato come ricerca storica pura e fine a sé stessa, sono confluiti altri elementi – dalla curiosità personale a fattori esterni – che mano a mano lo hanno trasformato. Questo mi ha portato, da un po’ di anni, a dedicarmi ad una progettazione di largo respiro, all’ideazione e costruzione di “sogni” e “orizzonti” più grandi, nei quali l’archivio e i beni culturali – e, dunque, la bellezza della ricerca e della scoperta – si intrecciano con la vita di tutti, nella gioia della condivisione.

Ma non posso negarvi che, appena riesco, torno a divertirmi cacciando il naso per giorni tra carte e pergamene, dai registri dell’inquisizione del ‘200 alle controversie tra conventi, parroci e vescovi nella Lombardia del ‘500-‘600!

Milan l’è un grand Milan…

Milano è semplicemente bellissima, con i suoi angoli carichi di storia e di arte che, con il loro fascino discreto, fanno della città un autentico scrigno di tesori a cielo aperto.

Da S. Ambrogio a S. Eustorgio, al parco delle Basiliche fino a S. Lorenzo…

Il Castello Sforzesco e le viuzze tra San Giovanni sul Muro e via Moriggia, San Maurilio, Piazza S. Alessandro – luoghi che ho la fortuna di attraversare tutti i giorni.

Ma anche le atmosfere così diverse di scorci speciali, come la curva e digradante Conca del Naviglio, o il sentore di “altri tempi” che si assapora tra San Marco e corso Garibaldi, tra San Simpliciano e l’Incoronata…

E qui, improvvisa, la meraviglia del contrasto con il grattacielo ricurvo di piazza Gae Aulenti. E che dire dello splendore futuristico dei nuovi edifici tra Garibaldi e Isola, e di Fondazione Prada, il Mudec…(del nuovo assetto del Portello, invece, apprezzo singole parti, ma detesto l’insieme, che sento totalmente avulso dalla città).

Più che i locali, mi piacciono i luoghi, gli scorci, gli angoli… Anche se, fermarsi per gustare del buon cibo o per bere un bel bicchiere di vino ha la sua importanza, soprattutto dopo che Expo ha trasformato Milano, moltiplicando le possibilità di pranzare e cenare fuori (devo dire che la mia preferenza ricade spesso su locali di cucina regionale, specialmente siciliana, ma non ho preclusioni particolari).

Arte e cultura…e un po’ di nebbia: dal lavoro al tempo libero

Uno dei luoghi che più ho apprezzato ed una delle visite che più mi ha emozionato è stata quella fatta, insieme alla mia compagna, all’Hangar Bicocca: una meraviglia aperta sempre e gratuitamente, che contiene un’altra meraviglia – i Sette Palazzi Celesti di Anselm Kiefer – che ogni volta mi rapisce.

Così come, mesi fa, mi colpì fortemente l’esperienza di realtà virtuale sul tema dei migranti, creata da Alejandro González Iñárritu presso la Fondazione Prada.

E quando Milano è grigia? Nelle serate di calma interiore, trovo meraviglioso camminare per vie poco rumorose, oppure cenare a casa con amici, o anche andare al cinema gustandomi un bel film.

Ma, il mio vero rifugio, in ogni stagione e con ogni tempo, è la lezione settimanale di yoga (a The Yoga Place di via Giasone del Maino). Immancabile!

Milano, i progetti, il futuro

Sarò forse un inguaribile romantico, ma ho grandi sogni ancora da realizzare. Nel mio futuro – forse non troppo immediato – vedo un giro del mondo a piedi. Nel frattempo, i miei desideri personali si fondono con quelli lavorativi.

E’ così – io credo – che, negli ultimi due anni, uno dei miei sogni ha preso forma e si va realizzando sotto i miei occhi: MilanoAttraverso. Persone e luoghi che trasformano la città, un progetto di ASP Golgi-Redaelli. In un percorso aperto e sorprendente, intrapreso grazie a un bando di Fondazione Cariplo e Fondazione Aem, MilanoAttraverso è un luogo d’incontro tra istanze diverse, un cammino tra passato, presente e futuro.

Un percorso che si è sviluppato per vie inaspettate e in forme sempre nuove, grazie all’entusiasmo di tante persone incontrate nel cammino: persone che “danno un volto” e imprimono la propria energia vitale a istituzioni, associazioni, fondazioni. Un insieme di realtà attive, aperte alla cooperazione, all’innovazione e che, forse, rappresenta ciò che più amo di Milano: una città che ha imparato a fare retecon capacità di ascolto, pazienza, tolleranza delle differenze – con modi disinvolti e liberi un tempo inimmaginabili.

E allora, accade che non un paio, ma ben 30 soggetti pubblici e privati accettino di contribuire alla costruzione del progetto, senza pretendere di firmarlo in esclusiva, apportando competenze, inventiva e azioni concrete.

Questo lavoro collettivo funziona e produce risultati visibili, come un documentario sulla vita e la storia di Via Padova, che ha fatto tutto esaurito al cinema Beltrade e ora sta girando tra bocciofile e cortili della zona.

Ma anche una serie d’incontri – anch’essi sold out – per la ricostruzione storica partecipata dell’identità di un’altra fetta di Milano, l’asse De Angeli-Bande Nere, sul quale abbiamo lanciato un concorso fotografico aperto a tutti.

O la piattaforma web che raccoglie storie di persone, luoghi, comunità, enti e associazioni, dalla metà dell’800 ai nostri giorni. Si tratta di storie raccontate da archivisti e collaboratori di tutti i soggetti aderenti alla rete, e che saranno esplorabili prossimamente, in un ambiente innovativo di navigazione virtuale tra le mappe di Milano del 1856, del primo ‘900, del Dopoguerra, ecc., sullo sfondo di Google Maps!

E che dire delle visite a luoghi d’arte bellissimi, delle conferenze davanti alle opere d’arte sociale di fine ‘800 e, nei prossimi mesi, una serie di eventi pensati insieme a tutti i soggetti della rete di MilanoAttraverso e al Comune di Milano?

Nella Milano dei sogni…

Come migliorerei Milano? Innanzitutto, renderei pedonale tutto – o quasi – il centro storico della città. E poi, continuerei ad ampliare la preziosa rete di piste ciclabili e potenzierei ulteriormente il trasporto pubblico. E per permettere il passaggio delle auto, penserei a delle “isole automobilistiche” che attraversino il centro, come a Torino.

E poi c’è MilanoAttraverso, il cui vero cuore è la rete di soggetti eterogenei milanesi composta da archivi, centri di ricerca e culturali, musei e biblioteche. Questa rete offre alla comunità di Milano strumenti per approfondire temi storici legati all’accoglienza.

Milano nella storia ha saputo leggere il presente e anticipare il futuro. Per questo da sempre si è distinta nel creare associazioni ed enti preposti ad accogliere i bisogni dei nuovi cittadini.

Ai cittadini di oggi MilanoAttraverso dà la possibilità di frequentare laboratori dove osservare da vicino documenti d’epoca, restituisce contenuti multimediali delle storie più sorprendenti, sviluppa format artistici per esplorare il contemporaneo.

Il nome MilanoAttraverso implica che si raccontino storie di luoghi e di persone che hanno cambiato Milano, o che al contrario sono stati rigenerati da Milano, da quel tessuto sociale attento che la retorica spesso etichetta “col coeur in man”, ma che ha radici molto profonde e interconnesse.

Come già detto, Milano Attraverso è anche un sito web: la piattaforma è aperta a tutti i soggetti della rete e dialoga con la città grazie ai canali social.  Se volete seguire MilanoAttraverso (e non solo), ecco un po’ di link utili:

www.milanoattraverso.it
www.culturagolgiredaelli.it
www.officinadellostorico.it
https://www.facebook.com/MilanoAttraverso/
https://www.instagram.com/milanoattraverso/
https://www.youtube.com/channel/UCU7PVFR1cRF7DFsodh_gwRA
https://www.flickr.com/people/milanoattraverso/

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