Milanese da generazioni, Pierangelo Pollini aiuta le persone a padroneggiare il cambiamento
Mi ricordo che, da piccolo, sognavo di pilotare un’astronave per andare a conoscere nuovi mondi e nuove persone. E, in effetti, ho visitato molti luoghi che ho apprezzato, ma il mio albero è l’Italia e il mio nido Milano.
Milano, dove tutto è cominciato
Mi chiamo Pierangelo Pollini e appartengo a Milano da generazioni. Sono sposato con una milanese doc e ho due figli grandi che amo molto.
Mi sento un po’ visionario, sicuramente un creativo – in effetti sono un ritrattista/artista part-time – e una persona che ama i valori del convivere comune pacifico, sereno e giocoso. Amo viaggiare nel presente, dove cerco di creare maggiore consapevolezza nell’essere umano, e nel futuro, per immaginare possibili scenari alternativi.
In poche parole, sono innamorato della vita e Joy de Vivre è la mia bandiera!
Nato nel 1962, come ho già detto ho viaggiato molto e continuerò a farlo, ma Milano è la città che ho nel cuore. Solo qui, infatti, ho trovato quello spirito particolare che la distingue da tante altre città italiane e straniere: Milano si muove alla scoperta del futuro senza paura, tenendo sempre vivi i valori di un eterno presente fatto di umanità e di rispetto.
Oltre a ritrarre visi di milanesi, svolgo la mia professione che è anche la mia passione e realizzazione di ciò che io sono e voglio essere: advisor del cambiamento comportamentale delle persone, in azienda e fuori.
Aiuto, cioè, le persone a trasformarsi, a divenire più consapevoli della propria unicità, dei propri valori perché facciano meglio e perché si rendano conto di essere meglio di quanto esse stesse pensino. Da un anno collaboro con Sofia Crespi, amica, psicoterapeuta e neuroscienziata con un cuore ed una tenacia grandi, che ha dato fondamento neuro-scientifico alla mia idea di trasformazione dell’individuo.
Il vero cambiamento, la vera rivoluzione avviene abbandonando il noto per l’ignoto… ; sostituire al noto qualcos’altro che conosciamo non è un cambiamento.
(Krishnamurti)
Questa è la professione che ho scelto di svolgere, dopo anni in azienda, in giro per l’Europa a fare lo Human Resources manager. Ho sempre avuto la passione per l’individuo, e mi considero una specie di etologo – come lo era Conrad Lorenz per le oche – dell’umano.
Anche se avere a che fare con i miei simili è molto complicato!
Dopo aver speso parecchi anni a lavorare con persone di diverse culture, ad osservare le loro difficoltà, i loro sogni, i loro doni e le loro illusioni, ho deciso che era arrivato il momento di fare qualcosa di diverso, di più forte ed efficace, con l’obiettivo, per dirla con una parola squisitamente milanese, di “disciularle”.
In questi tempi di rapido cambiamento, è importante comprendere che ciascuno di noi è il principale, se non il solo, responsabile della propria felicità…o del suo opposto.
Il mondo aziendale è resistente al cambiamento…
Lo ammetto, non mi sono posto una mission semplice, perché anche se nelle aziende si parla tanto di attenzione alla persona, la verità è che ci si muove ancora sempre allo stesso modo: il conseguimento del profitto è più importante degli individui che, alla fine, non sono altro che un costo.
In questo modo, ci troviamo in una situazione in cui i professionisti pensano che a cambiare prospettiva si faccia sempre in tempo. Perché non domani? Già…ma perché non oggi? Invece di spremersi come limoni fino al burn-out, non è meglio che persone, manager e leader comprendano che si può produrre di più e lavorare meglio, partendo da sé, dall’Essere, prima che dal Fare?
…ma qualcosa si sta muovendo!
Devo dire che qualcosa comincia a muoversi. Nelle aziende, infatti, sono sempre di più i leader, imprenditori e professionisti che prestano maggiore attenzione all’individuo. Queste sono le persone con cui lavoro, con incredibili risultati che mi sorprendono ogni volta, come se non aspettassero altro per venire fuori, per aprirsi a nuovi modi di vedere e creare la realtà.
Bello, anzi bellissimo. Mi dà la carica per continuare a credere che sto facendo la cosa giusta!
Ecco, allora, che, dall’esperienza e dalla collaborazione con Sofia Crespi ed con un imprenditore amico, è nato un nuovo metodo, il cui modello prende il nome di Heartful Leadership.
Attraverso questo nuovo approccio, mi propongo di risvegliare la consapevolezza delle persone affinché possano realizzare al meglio ciò che fanno. Al perseguimento della felicità che sta al primo posto, segue il Fare, perché io credo che il senso della vita di un individuo sia di poter realizzare qualcosa per sé e per gli altri, al meglio delle proprie possibilità.
Realizzare e creare qualcosa, infatti, dà all’individuo importanza, soddisfazione, dignità, appagamento e benessere. Quando, però, manca la possibilità di fare, come nel caso in cui si perde il lavoro, o si crede di non essere più in grado di fare, allora iniziano i guai.
Insieme ai colleghi della BAI, Brain Awareness Insitute, voglio dare consapevolezza di sé agli individui, affinché possano affrontare il nuovo mondo, che è già qui, e la nuova umanità che ci circonda e di cui facciamo parte
Milano e il tempo libero…
Dal punto di vista professionale, Milano è davvero una città perfetta, perché la metropoli è un trampolino di lancio verso il mondo dove voglio esportare il modello che ho descritto.
E poi, Milano è tutto un fermento, è speranza, rinnovamento, flessibilità e apertura al nuovo, tutti valori, intrinsechi e profondi, che sorprendentemente sopravvivono in un’Italia molto, molto confusa. E questo mi piace!
Insomma, per chi non lo avesse ancora capito, io adoro Milano e i milanesi che – quelli veri – sono sornioni, riservati, pratici, cinici ma buoni, puliti e forti, onesti e rispettosi. E chi milanese lo è divenuto è stato sempre accolto con sincerità.
Al di là del lavoro, Milano offre molto. Non frequento molti locali, ma le volte in cui esco mi piace scoprire posti nuovi. Certo, c’è fin troppo “food”: io amo di più eventi come il Fuori Salone, le mostre, Milano Film Festival…ma quello che conta per me è uscire per strada e vedere vita, movimento e gioia.
Milano, la nebbia e il futuro
E quando la nebbia invade la città, mi rifugio a Parma, perché abbiamo una casa da quelle parti. Certo, il clima non è molto dissimile da quello milanese, però a Parma si sta bene, rilassati, ci sono molti amici con cui è facile avere rapporti semplici e genuini…e poi come si mangia da quelle parti…
In ogni caso, a Milano ritorno sempre con gioia, perché è da qui che intendo diffondere la cultura della trasformazione e della consapevolezza, non solo per chi lavora, ma anche per chi ha perso la propria occupazione. E che dire dei giovani, di coloro che iniziano ora a lavorare, delle nuove generazioni che hanno a disposizione competenze evolute e raffinate, ma pochi strumenti per comprendere e gestire la nuova realtà?
Come farlo? Vedremo! It’s a work in progress verso la realizzazione del mio sogno – e di Sofia – di rendere la Bai, Business Awareness Institute, un’azienda prospera, attraverso la quale diffondere le nuove idee sull’essere umano e la sua evoluzione futura.
Il tutto nella bellissima città di Milano che spero vorrà continuare a rinforzare i propri valori di convivenza civile ed a concentrarsi su ciò che serve davvero alle persone, a prescindere dagli interessi individuali o politici.
Perché Milano va amata. Non gestita o sfruttata…
Per informazioni sui prossimi workshop sul cambiamento e la definizione di obiettivi: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-larte-di-definire-gli-obiettivi-e-creare-la-propria-realta-di-successo-47383006849
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